Intervista a Gianluca Mascio, istruttore di nuoto al Centro Sportivo Sulmona

1) Sappiamo che sei un grande sportivo anche fuori dal CSS: come hai integrato la tua passione per molti sport nella tua attività di insegnamento come istruttore di nuoto al Centro Sportivo di Sulmona?

Penso di potermi considerare “uno sportivo” poiché  quasi quotidianamente trovo sempre un po’ di tempo da dedicare al movimento in tutte le sue forme, dalle passeggiate in montagna ai percorsi con la bici da strada, che nel periodo invernale, vengono sostituite dallo sci alpino.  

Nella mia storia sportiva, dalle scuole elementari alle scuole medie, ho praticato il Judo in maniera sistematica, un’attività che ha contribuito a sviluppare disciplina, concentrazione e autostima. Parallelamente al Judo i miei genitori mi avevano invogliato a fare nuoto, considerandolo uno sport “completo” per antonomasia ed indispensabile nel processo di crescita.

Il passaggio dal nuoto come attività ludica individuale all’insegnamento dello stesso in qualità di “Istruttore” è invece strettamente connesso ai miei studi universitari in Scienze Motorie, attraverso i quali si è fatta sempre più chiara la specificità di questo sport che mi ha permesso di coglierne, dal punto di vista scientifico, la complessità e l’organicità.

Il nuoto infatti è uno sport completo che assume un’importanza primaria nel riequilibrio e coordinamento del sistema neuromotorio e, proprio grazie all’assenza di gravità, è in grado di favorire lo sviluppo psico fisico liberando il soggetto dai vincoli posturali legati alla stessa.

Infine l’ inaugurazione della piscina a Sulmona mi ha spinto non solo a coltivare questa mia passione ma anche ad incrementare la voglia di diventare istruttore, facendo esperienza con gruppi  di diversi livelli e di diverse età. 

2) Puoi condividere con noi il tuo percorso nel mondo del nuoto?

Dopo la mia prima esperienza nella Piscina Comunale di Sulmona, ho svolto la mia attività di istruttore sia nella Piscina Comunale di Popoli che presso lo Sport Village di Sulmona, ampliando in questo modo la mia esperienza grazie al confronto con colleghi che hanno operato in strutture diverse.

L’elemento dell’acqua ha continuato a dominare la mia passione sportiva tanto è vero che ho deciso di frequentare il corso Sub per praticarlo successivamente sia al mare che al lago. L’acquisizione delle tecniche dell’immersione si è poi trasformata in una passione per la conoscenza di questo mondo così affascinante e variegato, inaccessibile a chi si accontenta solo della terra.  

3) Qual è stato il momento più significativo della tua carriera in questo campo?

Più che un momento singolo in questo sport è stato senz’altro significativo per me essere riuscito a far trasformare la percezione dell’acqua da elemento pericoloso per la sopravvivenza nel suo opposto: un elemento in cui è bello “stare”. Ricordo con piacere la gioia di vedere persone che erano state spinte a nuotare o che avevano il desiderio mai realizzato di entrare in contatto con l’elemento acqua a causa di fobie parossistiche che gradualmente, sempre con un intervento paziente e competente, senza forzature, nel giro di due anni erano in grado di praticare con sicurezza i quattro stili.

4) Hai un ricordo particolare o un momento speciale che vorresti condividere con noi legato alla tua esperienza al Centro Sportivo Sulmona?

Per quanto riguarda il Centro Sportivo Sulmona riconosco che l’attività di coordinamento che mi è stata affidata mi ha gratificato e mi ha arricchito professionalmente in quanto ho fatto ricorso alla mia esperienza pluriennale di istruttore cercando di coordinare le istanze degli sportivi con quelle dei miei colleghi e della Società stessa.

5) Essendo insegnante come gestisci il bilanciamento tra le tue responsabilità educative in classe e l’insegnamento delle abilità acquatiche nel contesto del nuoto?

A proposito di questa domanda mi preme precisare che attualmente lavoro nelle classi in qualità di “Docente di sostegno”. La specificità di questo mio ruolo sta nell’aiutare l’alunno a superare a piccoli passi quei limiti che rendono faticosa la sua crescita sia a livello relazionale che a livello di apprendimento ed autonomia;  allo stesso modo, in quanto istruttore, ciò che è importante trasmettere è che ogni attività sportiva – sia essa ludica che agonistica –  è soprattutto una sfida intrapresa con se stessi in vista di obiettivi che ci facciano sentire sicuri e tecnicamente preparati, facendo i conti non solo con i successi ma anche con i fallimenti.

6) Qual è l’insegnamento che non può assolutamente mancare in classe e in vasca?

In entrambi i contesti, sia quello educativo che quello sportivo, ciò che è fondamentale trasmettere è il rispetto delle regole, la costanza nel raggiungere gli obiettivi prefissati, la percezione dell’altro, non come antagonista ma come qualcuno che, con te, concorre a perseguire obiettivi che sono sia individuali che collettivi. Non metterei in secondo piano poi l’aspetto ludico di questa attività: non come divertimento ma come creatività e originalità, fattori che rendono più agevole l’apprendimento stesso.